WhatsApp Image 2024 02 29 At 11.36.23

Il Parkinson dalla A alla Z: B come Biologa Nutrizionista

Eccoci tornati con la seconda lettera della rubrica Il Parkinson dalla A alla Z: B come Biologa Nutrizionista!

Il ruolo della Biologa Nutrizionista nel trattamento della malattia di Parkinson è molto importante, come ha spiegato la dottoressa Emma Frittoli, Biologa Nutrizionista che da anni collabora con la Tartaruga. 

Dottoressa, è vero che c’è un collegamento tra alimentazione e Parkinson?

Sì, per quanto non si conoscano ancora del tutto le cause della malattia, è chiaro che abitudini alimentari errate, come l’assunzione di cibi ricchi di grassi animali, grassi saturi e vitamina D possono incidere sullo sviluppo della malattia, mentre altri cibi, quali noci, legumi, patate e caffé hanno un ruolo protettivo nei confronti del Parkinson. 

La nostra cara vecchia dieta mediterranea ha influenze positive sulla malattia?

Assolutamente! Addirittura c’è uno studio, Health Professionals and Nurses’ Health Study 131, nel quale 368 partecipanti sono stati seguiti per 16 anni, analizzando i componenti della loro dieta tramite questionari. Si è visto, così, che la dieta mediterranea (ricca di verdure, frutta e pesce) è associata a una ridotta incidenza della malattia di Parkinson. Possiamo dire, quindi, che questo tipo di dieta sembra essere il modello alimentare di scelta.

Sulla base di quali criteri si costruisce una dieta per un paziente con il Parkinson?

Un elemento cruciale da tenere in considerazione è a che punto della malattia si trova il paziente. Ad esempio, una persona nelle prime fasi della malattia può avere avuto aumento di peso, in alcuni casi anche essere in sovrappeso o in situazioni di obesità. Questo, in generale, è dovuto alla riduzione dell’attività fisica e/o all’effetto dei farmaci. In fasi più avanzate della malattia, invece, si ha lo scenario opposto: normalmente, a questo punto, si ha una perdita di peso, che può essere data da diversi fattori, quali rallentamento gastrico dovuto ai farmaci, perdita di appetito, disfagia (difficoltà a deglutire), stipsi, aumento del fabbisogno energetico giornaliero. Una dieta si costruisce quindi tenendo in considerazione questi elementi, e anche il fatto che deve essere costantemente aggiornata e modificata in base ai cambiamenti della malattia e della terapia farmacologica.

Si sa che l’alimentazione può favorire l’assunzione dei farmaci, ma questo cosa significa esattamente?

Prendiamo in considerazione la LEVODOPA (L-DOPA), il farmaco maggiormente utilizzato dai pazienti con Parkinson. L’assunzione di questo medicinale è strettamente collegata a quello che si mangia. Infatti, pensiamo a una persona con il Parkinson che a pranzo mangia molte proteine, che contengono aminoacidi: quando avrà finito di mangiare presenterà blocchi motori, ossia periodi in cui la terapia farmacologica perde di efficacia. Questo è dovuto al fatto che proteine e levodopa sono trasportate nel corpo dagli stessi vettori, e se questi sono occupati a trasportare proteine non riescono a spostare anche la quantità di levodopa sufficiente a trattare i sintomi della malattia. Per questo motivo la dieta-tipo di una persona con il Parkinson prevede che la maggior parte delle proteine sia concentrata nel pasto serale; questo permette di avere le risposte motorie migliori alla levodopa.

Come cambia l’alimentazione di una persona con il Parkinson con lo sviluppo della malattia?

Come detto, la dieta deve essere studiata e aggiornata in base alle condizioni del paziente nel tempo. In generale, nelle prime fasi è importante rispettare una dieta mediterranea, mangiando quotidianamente cereali integrali, frutta e verdura, preferendo le proteine di origine vegetale, e limitando i grassi saturi, sempre tenendo sotto controllo l’intake calorico. Nelle fasi più avanzate della malattia c’è un piccolo cambiamento: a questo punto l’obiettivo principale della dieta diventa prevenire la perdita di peso, quindi si rende necessario aumentare le calorie, ad esempio incrementando i carboidrati e i grassi insaturi, come l’olio d’oliva. In questa fase è importante anche combattere la stitichezza con cereali integrali, frutta, verdura e acqua, oltre a ridurre grassi saturi e colesterolo.

Ci sono altri fattori da tenere in considerazione?

Un altro elemento importante da considerare riguarda le eventuali carenze vitaminiche o minerali. Ad esempio, in un paziente che segue una dieta con un ridotto consumo di latticini si può presentare anche una ridotta assunzione di calcio, oppure anche il ferro può risultare carente nelle persone anziane. In questi casi si può pensare di sopperire a queste mancanze con integratori, sempre tenendo in considerazione i momenti di assunzione dei farmaci rispetto alla levodopa.

Un altro elemento da non dimenticare è la disfagia, una complicanza comune nelle persone con Parkinson. Ci sono diverse soluzioni a questo problema in base alla gravità, come cambiare la consistenza dei cibi, prediligendo cibi più morbidi, oppure assumerli in forma di purea o budini, consumare acqua in forma di gel, e nei casi più gravi optare per la nutrizione enterale.

Qual è quindi uno schema alimentare che consiglierebbe a una persona con Parkinson?

Generalmente, per i pazienti con Parkinson lo schema alimentare comprende colazione, pranzo, cena e due spuntini. Si può presentare così:

  • colazione: tè o caffè orzo con zucchero o miele + fette biscottate/biscotti secchi/pane + frutta o marmellata
  • spuntino 1: pane e marmellata/crackers/frutta
  • pranzo: pasta/riso/pane, meglio se integrali e accompagnati da verdura, olio extravergine e frutta
  • spuntino 2: pane e marmellata/crackers/frutta
  • cena: pasta/pane/riso + verdura + proteine (carne magra, uova, pesce, legumi, formaggi magri) + olio extravergine

E’ importante ricordarsi di bere almeno 1,5l di acqua, così da combattere la stipsi e aumentare la motilità intestinale, che faciliterà l’assorbimento della terapia farmacologica.

Ringrazio di cuore la dottoressa Frittoli per tutte le informazioni che mi ha dato e il supporto nello scrivere questo articolo, se qualcuno volesse maggiori informazioni riguardo il tema “Alimentazione e Parkinson”, trovate i contatti della dottoressa sul nostro sito alla pagina “Cosa facciamo > calendario appuntamenti”.

Grazie della lettura, ci vediamo alla prossima lettera di questa rubrica!

GL